Ogni anno il 24 giungo si festeggia la nascita di
San Giovanni Battista patrono di Leontica con la partecipazione della Milizia
storica di Leontica.
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista venne ricostruita tra il
1778 e il 1784, dopo che la precedente, nominata per la prima volta agli inizi
del 1200, fu devastata in parte dall'incendio del 1762. non venne però rifatto
il campanile in stile romanico, il quale per un periodo di circa un
secolo e mezzo risultò quindi sproporzionato e anche pericoloso, perché
paurosamente traballante. Don Ortensio Sapozza e il Consiglio
Parrocchiale decisero così la sua sostituzione e nel 1925 venne costruito e
inaugurato il nuovo campanile. Le tre campane rifuse a Varese ne fu aggiunta
una quarta; da allora rintoccano dall'alto, azionata, ora, dall'energia
elettrica.
"La gran chiesa parrocchiale dedicata al
Battista: una della più importanti e belle della valle. Se esternamente non
offre nessun pregio particolare, dentro è di aristocratica eleganza: illesa da
insensate ridipinture, di nobile armonia di proporzioni e di ritmo, è
illeggiadrita da fragili stucchi pieni di grazia che la luce carezza e fa
vibrare"
(Piero Bianconi, 1944)
Tratto da "Blenio: una valle a confronto" di Luca Solari edito da
Salvioni Bellinzona
fino al 1925 il
campanile è più piccolo
Costruzione del
Campanile e benedizione delle 4 campane (1925) (foto Archivio Donetta)
RESTAURI conclusi nel 2004
Il 27 giugno 2004
Monsignor Ernesto Togni celebra la S. Messa di consacrazione del nuovo
altare. L’architetto Ceresa presenta i lavori di restauro della chiesa di San
Giovanni Battista di Leontica.
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Scavi
a Leontica
È stata portata a termine l'indagine archeologica eseguita
all'interno della Parrocchiale di San Giovanni Battista a Leontica, chiesa
iscritta nella lista dei monumenti storici. I lavori, durati quasi 6 mesi e
condotti dall'Ufficio Beni
Culturali Sezione Archeologia, hanno portato alla luce resti murari
di precedenti edifici, aree cimiteriali con resti di sepolture, cocci
d'affreschi, stucchi, utensili, monili e monete di metallo. Lo scavo si era reso necessario per eliminare
la forte presenza di umidità, attestata con l'analisi dei rilievi eseguiti
precedentemente sia sulle pareti che sulla pavimentazione. Dopo aver proceduto
alla catalogazione e alla rimozione totale della pavimentazione della navata in
lastre di granito, in un primo tempo gli archeologi hanno setacciato con cura
la zona di riempimento a ridosso dell'area presbiteriale, tra l'impianto
seicentesco e quello medioevale, traendone,
dei frammenti d'affreschi tardo gotici i cui colori si sono egregiamente
conservati. Tali frammenti saranno catalogati onde permettere una loro parziale
ricostruzione. In un secondo tempo i lavori di scavo si sono concentrati
sull'affioramento della roccia la cui estensione copre quasi i due terzi della
navata e su cui tutti gli impianti, compreso quello attuale, hanno poggiato le
loro fondamenta. Ben visibile è la struttura muraria a doppia abside. Come
altri casi in valle anche l'antica chiesa di Leontica, quella descritta da San
Carlo Borromeo nel 1567 e da Federico Borromeo nel 1608, aveva due navate. Gli
archeologi hanno inoltre ripulito e rilevato tutte le sepolture facenti parte
delle aree cimiteriali. È in questa fase che sono venuti alla luce la maggior
parte degli oggetti di metallo che normalmente accompagnavano i defunti nel
loro viaggio.
Messaggio
nr 5356
del 21 gennaio 2003 indirizzato al Gran Consiglio per la concessione di un sussidio
per il restauro della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Leontica
2 Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Leontica
2.1 Cenni storici
La chiesa parrocchiale di Leontica, iscritta nell’elenco
cantonale dei beni culturali nel 1947, è documentata a partire dal 1204.
L'edificio attuale è il frutto di una ricostruzione avvenuta negli anni 1778-84
secondo i progetti dell'architetto Tommaso Colonnetti di Morbio Inferiore a
seguito di un violento incendio (1762) che distrusse la chiesa precedente.
L'odierno campanile, che si erge alto accanto al fianco sinistro della navata,
risale al 1925 ed è stato costruito su progetto dell'ingegnere Riccardo
Gianella inglobando parzialmente il precedente campanile romanico. I recenti
scavi archeologici (1999-2000) hanno inoltre permesso di ricostruire le varie
fasi di evoluzione dell'edificio religioso che fanno ipotizzare la presenza di
una costruzione preromanica completamente distrutta dalle fasi successive. La
prima fase riscontrata corrisponde a quella della chiesa romanica, che poggiava
direttamente sulla roccia. I pochi resti giunti fino a noi e la descrizione
fatta dal cardinale milanese Federico Borromeo (1608) permettono di ricostruire
graficamente una costruzione di notevoli dimensioni (m 10.00 x 5.20). Si
trattava di una sala rettangolare conclusa a est da un coro semicircolare, di
cui si conservano tracce nel settore settentrionale. Alla seconda fase è invece
riferibile la costruzione di un portico, di cui sono stati riportati alla luce i
resti murari, davanti alla facciata della chiesa romanica. A una terza fase,
databile alla metà del Quattrocento, è invece ascrivibile la costruzione di una
chiesa biabsidata, caratterizzata dal raddoppio della navata, che viene
conclusa da un secondo coro semicircolare. Questa chiesa, affrescata all’inizio
del Cinquecento da Antonio da Tradate o dalla sua bottega, non viene modificata
prima della metà del Seicento, come attestano le visite pastorali. Nel 1682
viene descritta una chiesa con soffitto piano, coro poligonale voltato e due
cappelle, dedicate rispettivamente alla Madonna e a S. Carlo. Nel materiale di
distruzione utilizzato nella fase seicentesca per livellare la quota del pendio
all’altezza della roccia, si sono trovati resti della muratura della struttura
precedente e una grande quantità di frammenti relativi agli affreschi
cinquecenteschi. Sui resti dell'edificio seicentesco è quindi sorta l'attuale
chiesa tardobarocca a navata unica, con sei cappelle laterali intercomunicanti
e un coro semicircolare fiancheggiato da due sagrestie simmetriche. La facciata
è coronata da un timpano spezzato ed è ritmata da quattro pilastri corinzi.
Pilastri dello stesso ordine articolano il vasto e sontuoso interno e
sostengono un vigoroso cornicione perimetrico sul quale s'imposta la volta
lunettata e illuminata da finestre. L'ampia chiesa è sobriamente ornata da
stucchi del tardo periodo rococò, limitati soprattutto alle volte, eseguiti da
Carlo e Paolo Galetti, Gerolamo Canturio e Domenico Braga della Valle d'Intelvi
negli anni Ottanta del XVIII sec. Gli affreschi sulla volta della navata con l'Immacolata,
la Sacra Famiglia e il Battesimo di Gesù e sulle pareti della
cappella del Sacro Cuore con immagini di santi risalgono al 1886-87, anni in
cui all'interno della chiesa furono eseguite delle riparazioni alla struttura
architettonica, che lamentava dissesti statici, oltre che un rinnovo generale
delle tinteggiature. L'altare maggiore in scagliola, con paliotto di Francesco
Solari di Verna (1730 ca.) ed elegante tempietto, è opera del 1780 degli
intelvesi Domenico Braga e Carlo Galetti, già impegnati nell'esecuzione degli
stucchi. L'antico tabernacolo ligneo a tempietto con colonne ritorte e
statuette della seconda metà del XVII sec. si conserva attualmente nella sagrestia
a destra del coro. I due altari in scagliola delle cappelle della Madonna
(verso il coro a sinistra) e di S. Carlo (di fronte) sono opera degli stessi
artisti intelvesi. L'altare nella cappella della Madonna racchiude inoltre una
statua lignea dell'Immacolata del 1523 ascrivibile ad un artista di
origine nordica. Sulle pareti e sulla volta si trovano distribuiti i quindici Misteri
del Rosario dipinti su sottili lamine di ferro quadrilobate, XVII sec.
Nella cappella di S. Carlo l'altare racchiude una tela con la Gloria del
santo titolare, XVIII sec. Il coro e le due cappelle sopracitate sono
chiuse da balaustrate in marmo d'Arzo con intarsi in nero di Varenna eseguite
da Gerolamo Caroni di Rancate negli anni 1782-85. Sulle pareti del coro si
trovano inoltre due grandi quadri del 1780 di Giuseppe Rezzonico di Lugano
raffiguranti S. Giovanni Battista al cospetto di Erode e la Decollazione
del santo. Allo stesso artista spetta pure la Gloria del santo
affrescata sulla volta del presbiterio, 1780. Sulla parete frontale del coro
una tavola di fattura più modesta ne raffigura la Nascita, XVIII sec. Un
Crocifisso ligneo, già notato dal cardinale Federico Borromeo nel 1608,
orna l'estradosso dell'arco trionfale. Il pulpito sul piedritto esterno
sinistro dell'arco trionfale, eseguito nel 1782 da Carlo Galetti, è stato
parzialmente modificato negli anni 1909-10. Nella chiesa si trovano distribuite
altre tele risalenti al XVIII sec.
2.2 I restauri precedenti
Vari interventi settoriali sono stati realizzati a scadenze
regolari a partire dagli anni '20 del Novecento fino all'inizio degli anni '90.
In particolare, sono stati realizzati la ricostruzione del campanile (1925), la
posa delle piastrelle in graniglia decorate nel coro (1930 ca.), il rifacimento
completo (1939) e parziale (1964) del tetto, il restauro degli stucchi (1955-56
e 1964) e il riordino dell'impianto d'illuminazione. Tra il 1991 e il 1992,
infine, è stato nuovamente risanato il manto di copertura in piode del corpo
principale e del campanile, sostituiti i serramenti (navata e presbiterio),
restaurate le due grandi tele del coro, realizzati i drenaggi esterni e
sistemato parzialmente il sagrato.
2.3 Lo stato di conservazione e il progetto di restauro
attuale
I primi contatti con la parrocchia e il progettista in vista
della progettazione e della realizzazione del restauro interno e dei prospetti
esterni dell'edificio risalgono alla metà degli anni Novanta. In tale occasione
è stata ampiamente riconosciuta la necessità di un intervento di restauro
globale dell'interno volto da un lato a risanare le parti dissestate o
instabili (in particolare il pavimento del presbiterio) e dall'altro a dare un
aspetto decoroso all'insieme segnato dagli acciacchi del tempo (infiltrazioni
dalle coperture, umidità ascendente, depositi di polvere etc.). L'elaborazione
di tale progetto è stata alquanto laboriosa giungendo a compimento nel febbraio
2002 con una documentazione tecnica e finanziaria completa e definitiva. Nel
frattempo (1999-2000) si è comunque proceduto a una prima serie di lavori di
carattere urgente e non procrastinabili sia nel presbiterio che in navata. In
particolare, per far fronte a un vistoso cedimento strutturale a livello di
pavimento e dell'altare monumentale, nel presbiterio si è dovuto procedere
all'inserimento di una nuova soletta armata. Anche in navata il perdurare degli
inconvenienti legati all'umidità hanno richiesto l'immediata realizzazione di
un drenaggio perimetrale con sottomurazioni e ventilazione preventiva delle
murature (scrostamento degli intonaci). La realizzazione con anticipo di tali
opere ha quindi permesso di mettere l'edificio nelle condizioni più idonee per
la realizzazione dell'impegnativo restauro sui rivestimenti interni e sull'apparato
decorativo permettendo nel frattempo alle murature di assestarsi e asciugare.
Gli scavi necessari per la realizzazione dei lavori appena descritti hanno
quindi permesso nel corso della primavera del 1999 (zona presbiteriale) e
autunno 2000 (navata) al Servizio archeologia dell'Ufficio beni culturali di
procedere a una serie d'indagini archeologiche dalle quali sono emersi nuovi
dati (v. cenni storici). L'indirizzo dell'intervento di restauro è volto al
ripristino interno ed esterno della situazione originale tardo settecentesca.
In particolare, si prevede la sistemazione dei prospetti esterni, del coro,
della navata, delle cappelle laterali, delle sagrestie e
dell'impiantistica (luce, riscaldamento, acustica).
Nel coro è previsto il restauro delle decorazioni pittoriche
e a stucco, degli elementi in scagliola (altare maggiore) e marmo (balaustre),
la posa di un nuovo pavimento in lastre di granito e di un nuovo arredo
liturgico (nuovo altare maggiore, ambone e seggio presidenziale). Anche in
navata e nelle cappelle laterali verranno restaurati i decori pittorici e a
stucco, le tele, gli elementi in marmo (balaustrate) e sistemato il pavimento
recuperando in gran parte le vecchie piode e inserendo nuovi elementi in legno
(sotto i banchi) e granito. La sostituzione dell'impianto elettrico si rende
necessaria in quanto quello attuale è obsoleto; mentre l'impianto luce verrà
ripensato per meglio valorizzare l'edificio e i suoi decori. Un nuovo impianto
di riscaldamento verrà posato in navata (sotto la superficie dei banchi) e nel
coro (serpentina a pavimento) e l'impianto acustico verrà rinnovato. Per quello
che concerne i serramenti si procederà alla verifica delle finestre del coro ed
alla sistemazione del portone principale, delle porte della sagrestia meridionale
e della bussola d'entrata.
2.4 I costi, il finanziamento e il programma dei lavori
La spesa complessiva dei lavori, sulla base del preventivo
dettagliato a disposizione datato marzo 2002, ammonta a fr. 1'136'645.- di cui
fr. 893'024.- sussidiabili; sostanzialmente non entrano in linea di conto per
il sussidio la realizzazione degli impianti tecnici e del nuovo arredo
liturgico. Tenuto conto dell’importanza del monumento, del tenore dei lavori
previsti e del piano di finanziamento presentato dalla Parrocchia di Leontica
risulta proponibile, sulla base della Legge sulla protezione dei beni culturali
(art. 8 e 9) e sentito il parere dell’Ufficio e della Commissione dei beni
culturali, un sussidio unico di fr. 223'000.- corrispondente al 25% circa
dell’importo computabile.
Si può pertanto prevedere un piano di finanziamento del
seguente tenore:
TOTALE fr. 1'136'645.- 100.0%
Stando alle previsioni del committente e del progettista i
lavori saranno portati a termine entro il 2004.